domenica 18 settembre 2011

IL PERCHE' DOBBIAMO RIGETTARE LE TERMINOLOGIE DESTRA ED ESTREMA DESTRA.

Premesso che la terminologia destra-sinistra è una mera definizione logistica che rimanda all'ubicazione delle seggiole in cui si appollaiano deputati e senatori dei partiti, cioè se ci si siede a destra o sinistra del presidente dell'assemblea. Poi per chi come noi, che definendosi rivoluzionario ha sane pretese di riformare lo stato in senso antiparlamentare e corporativo, non può accettare questo diktat della più becera plutocrazia ultraliberista.
Se facciamo un passo in dietro, vediamo come le forze politiche “eredi” del fascismo ed in particolare il defunto Movimento Sociale Italiano si sia “guadagnato” l'etichetta di destra, trascinando nella fogna del reazionismo bigotto, forcaiolo e destrorso tutto un ambiente che poco aveva a che vedere con tale paccottiglia.
La base del Movimento Sociale Italiano, agli albori composta da molti reduci della RSI, voleva che in parlamento i primi eletti si sedessero a sinistra, ma con la scusa che quell'ala era occupata da comunisti e socialisti, i primi deputati presero a sedersi nell'ala destra. Nel '56 il Movimento Sociale Italiano con l'allora segretario nazionale Michelini accettò l'alleanza atlantica (NATO), spostando l'asse del movimento sempre più a destra, per poi completare nel '72 l'opera con l'entrata dei traditori monarchici, venne aggiunta per l'occasione, nel simbolo la dicitura “Destra Nazionale”. La ciliegina sulla torta fu la cosiddetta “costituente di destra” del '75 a cui aderirono anche partigiani antifascisti ed anticomunisti.
Questo “capolavoro” politico compiuto dal Movimento Sociale Italiano, secondo interessanti tesi avvenne per trasformare (secondo volontà della NATO), il fascismo che era sociale, progressista, rivoluzionario e potenzialmente pericoloso in una sterile ideologia reazionaria è conservatrice con poca incisività pragmatica, affossato in simbolismi e ritualità incomprensibili al popolo, nasceva così certo “neofascismo”.
Chiusa la parentesi storica e volendo forzare impropriamente, dunque, una qualsiasi ideologia al termine destra, cosa ne uscirebbe fuori?
In tutto il mondo destra è sinonimo di reazione, conservatorismo, difesa del sistema capitalistico, liberismo e liberalismo, con una certa accondiscendenza ai disvalori massonici ed al sionismo.
Se valutiamo questa osservazione, dobbiamo fare i conti anche con la definizione estrema destra usata da sempre per etichettare il nostro mondo politico, questa definizione è per noi mortale, confonde le idee e la percezione popolare su di noi.
Estrema destra, vale a dire, un peggiorativo di tutto quello che ho appena elencato.
Per questo noi dobbiamo con fermezza rigettare tale etichetta, prendendo coscienza che è un “ghetto” in cui vogliono farci scivolare per renderci sterili e poco incisivi, come hanno fatto con i camerati della base (ignari ed in buona fede) dal '45 fino alla cosiddetta svolta di Fiuggi, dove finalmente il bozzolo della pianta carnivora s'è schiuso per evolversi in AN e PDL poi, recidendo per sempre i lacci dell'inganno perpetrato ai nostri danni, tutti i mali non vengono per nuocere.
Se noi valutiamo la giusta forma che sta assumendo il nostro cosmo politico oggi, che si avvia (anche se a fatica), verso la formazione di una piattaforma programmatica che tiene contro di tre elementi: Socialismo, Nazionalismo (nella sua eccezione costruttiva) e Cristianesimo, assumiamo forma sempre più rivoluzionaria, dove sempre meno centriamo con la destra.
Non arricciate il naso se accosto Nazionalismo e Socialismo al Cristianesimo, che intendo nella sua forma di devozione popolare, intima alla povera gente, quindi non clericale.
Esiste oggi, una nazione dove ciò è avvenuto trasformandosi in rivoluzione, creando un esempio di contemporaneità delle nostre idee, mi riferisco alla rivoluzione bolivariana del Venezuela con Hugo Chávez, che ha lanciato di recente le basi di un socialismo: antimarxista, nazionale e cristiano; a voi chiedo cosa era il fascismo storico (cosa?), se non un socialismo nazionale, antimarxista e cristiano.
Dobbiamo tornare a parlare al cuore della povera gente, dei cittadini onesti, degli sfruttati, degli ultimi, e tutto questo non si fa con gli stereotipi dell'estrema destra all'evoliana maniera.
Dobbiamo ritornare alla cultura del fare, del sociale e del soccorso popolare, e tutto questo non si fa dal “ghetto e dalle fogne”.
Il primo passo per farlo è prendere coscienza che non siamo di destra (estrema destra, ecc.), noi siamo oltre perché in noi i germi di una rivoluzione, in noi il bollore febbricitante di chi ha rotto con gli schemi.
Torniamo a parlare di lavoro, di corporazioni, di sindacalismo rivoluzionario, di sociale, marciamo davanti cantieri, campagne, università, ingrossiamo le nostre fila e facciamole infrangere mortalmente sui palazzi del potere.
Concludo affermando che non possono e non devono interessarci questi termini parlamentari, tanto meno i significati impropri che rivestono, noi siamo oltre, siamo di “oltre destra” e di “oltre sinistra”.


DAVIDE PIRILLO
(FORZANOVISTA)

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