Commercio, piccola e media impresa sono al declino, ormai da vent’anni non supportati più dall’economia industriale, il terziario fallito, la classe media che era l’ossatura del tessuto sociale crotonese si è trasformata in un nuovo mega proletariato, gli ex operai in sottoproletariato, agricoltura e pesca distrutti da politiche non adeguate.
Il panorama è quello di blocchi stradali improvvisati, cappi da boia appesi agli alberi, “sigilli popolari” ad Equitalia, lanci di uova e bombe carta al comune e cittadini che irrompono nelle sedi istituzionali e si cospargono di benzina per darsi fuoco, questo è quello che è accaduto in poche settimane.
Combattiamo quotidianamente con la miseria, la disoccupazione, l’ingiustizia, l’arroganza di una classe politica borghese e sorda alle istanze popolari, gli stessi che poi diventano agnelli difronte alla prepotenza dell’Eni, che ha stuprato Crotone con veleni e indiscriminate politiche di aggressione al territorio (metano e subsidenza). Il futuro, diciamocela tutta, sarà ancora peggio. In questo quadro triste e desolato come una tela di de Chirico, si trascinano anime che hanno trovato l’istinto personale di rigurgito verso le istituzioni nazionali e locali, istinti che non tarderanno molto a coalizzarsi e dare vita ad una lotta di popolo organizzata.
Soffia il vento di rivolta e rinnovamento e Crotone non ci metterà molto a trasformarsi in una nuova Reggio Calabria quella del 1970 e dei Boia chi Molla, alzando la testa contro chi specula sulla povera gente, contro chi patrigno non molla la presa sulle macerie di una città in ginocchio.
Farebbero bene i rappresentanti istituzionali di Crotone: sindaco e presidente di provincia a prendere atto che la loro persistenza alla guida della cosa pubblica è fallimentare, aggiungo che in questa che è una situazione speciale anche il Prefetto ha le sue colpe quanto meno di non avere vigilato e di non intraprendere nessuna azione.
In virtù di quanto espresso, Forza Nuova invita il Sindaco, il Presidente della Provincia ed il Prefetto a dare un segnale forte: DIMETTERSI!
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